The beauty of the world is in the eye of the beholder.
E' sorprendente scoprire come la progettazione dello spazio in cui viviamo, abitativo, lavorativo o urbano che sia, rimane soprattutto un'esperienza emozionale.
Il progetto nella sua componente fisica primordiale, la carta, subisce costantemente una metamorfosi entrando in contatto con la sfera emotiva del progettista.
Spazi, colori, dimensioni, bisogni si trasformano in una danza di stimoli percettivi, restituendo ogni volta una nuova immagine, una nuova modellazione dello spazio che prende corpo nella mente.
Anche se consapevole che è un processo irripetibile il progettista continua a fantasticare sulle possibili evoluzioni e trasformazioni della prima bozza.
Il progetto, in ogni sua fase, è sempre una prima bozza che si evolve e si ripresenta continuamente fino al suo compimento.
Eppure sempre e anche in quel momento compiuto il progettista guarda l'opera con occhi diversi e ripercorre con la mente un universo di altre vie che avrebbero potuto condurre a nuovi e impensabili scenari.
Paolo Bollati, 2020